Il Gabbiano, la Farfalla, l’Aquila ed il Fiore Multicolore
Di Sabrina (del 19/10/2009 @ 17:19:18, in Racconti, linkato 4218 volte)
la prima fiaba che metto Online, speriamo accolga il vostro gradimento, ed anche quello di Ste che mi ospita nel suo blog.
Come tutte le fiabe che si rispettino anche questa incomincia con.....C'era una volta....

C’era una volta un piccolo paesino affacciato sul mare.
In questo paesino lontano circondato dal verde e ricco di prati e alberi in fiore viveva una bambina.
A causa di un malefico sortilegio, la sua vita era molto diversa da quella di tutti gli altri bambini del posto.
I suoi occhi erano sempre tristi e non riuscivano in alcun modo a cogliere la bellezza delle cose e tutto ciò che osservava finiva per apparirle cupo.
Così guardando il mare riusciva a coglierne soltanto l’oscurità dell’abisso oppure osservando un essere umano ne coglieva soltanto la malvagità e la crudeltà .
I suoi giorni trascorrevano sempre uguali e monotoni.
Raramente usciva di casa e così passava sempre le giornate rinchiusa nella sua camera stretta nella morsa della solitudine.
La bambina però non era completamente sola ,viveva con il suo caro babbo che l’amava più di ogni altra cosa al mondo e non passava giorno in cui osservandola non si struggesse  di dolore per lei:” Povera figlia mia!” soleva dire ”Non posso più vederla così triste, devo fare assolutamente qualcosa per lei!…
Ma nulla si trovava da fare finché un bel giorno…………



Un giorno il padre ,mentre era a pesca con altri uomini del villaggio, sentì parlare di un vecchio saggio che viveva sulle montagne: ”Orbeh!  Non ne sapevo nulla!” pensò  il padre “Potrebbe fare al caso mio, forse lui potrà aiutarmi a far ricomparire il sorriso sul viso della mia piccina!”.
Detto ciò decise di andare alla ricerca del vecchio .
L’indomani mattina si alzò  molto presto , salutò la bambina ed intraprese il suo lungo viaggio.
Fu un percorso duro e faticoso.
Passarono settimane e poi mesi ma finalmente un bel dì giunse al cospetto della capanna in cui abitava il saggio e bussò alla sua porta.
Il vecchio ,d’aspetto assai gentile, lo accolse con ospitalità lo rifocillò ed ascoltò attentamente il suo racconto in silenzio ed infine disse: ”Non so davvero se sono in grado di aiutarti, molto dipenderà da tua figlia,io le tenderò una mano e se lei l’afferrerà allora sarà salva e il maleficio scomparirà!
 Il padre fu felice delle parole e pregò il vecchio saggio di fare tutto ciò che poteva per aiutarlo.
 Il vecchio diede allora al padre tre scatole da portare come doni alla figlia e gli disse inoltre: ”Dovrà aprirne una alla volta ed ogni volta che l’aprirà dovrà pronunciare la parola VOLA se dopo aver aperto queste tre scatole, tua figlia non verrà spontaneamente da me, allora per lei  non ci sarà più alcuna salvezza!”
 “Va bene ho compreso” disse il padre e dopo aver ringraziato il saggio s’incamminò verso casa con una nuova speranza nel cuore.



Giunto a casa, dopo la lunga assenza, trovò la piccola rintanata nella sua stanza, la guardò e il suo cuore pianse nel vederla così triste e sola.
“Povera piccola mia!” penso’ fra sé e sé il padre, andò da lei l’abbracciò ma a nulla valse il suo contatto.
La piccola vedendolo disse:” Mi sei mancato papà!” ma i suoi occhi erano spenti e poco era il suo entusiasmo.
Il padre allora diede alla figlia il primo dono, spiegandole esattamente quello che aveva udito dal vecchio.
 La bambina aprì la scatola e quand’ebbe pronunciato la parola” VOLA” davanti a lei comparve un bellissimo gabbiano ed al suo battito d’ali, si formò una scia dorata che avvolse la bambina addormentandola dolcemente e trascinandola via con sé.
 “Dove sono?” domandò la bambina quando si riebbe dal suo sonno .
“Sei sul mare” disse il gabbiano.
 La bambina riconobbe il suono delle onde ma non riusciva in alcun modo a credere ai suoi occhi.
Non stava vedendo l’abisso infernale, ma una limpida immensità  che si cullava dolcemente scintillando nel blu e nel verde a seconda di come i raggi del sole la colpivano.
” Sembra tempestata da milioni di pietre preziose” disse la bambina incredula e si mise ad ascoltare il mare fino a cadere di nuovo in un sonno profondo.
Quando si risvegliò si trovò di nuovo nella sua stanza.
Il mare era sparito e la bambina  corse alla finestra per guardare fuori, tutto era come prima, nessuno splendido colore solo nero e buio.
Gli occhi della bambina si rattristarono nuovamente.
Il padre vedendola cosi’ giù decise di mostrarle il secondo dono:” Ecco, questo é per te” disse porgendole la seconda scatola.
La piccina prima si mostrò un po’ dubbiosa, poi la curiosità l’avvinse, afferrò la seconda scatola ed aprendola esclamò:” VOLA!”



Subito d’ innanzi a lei si materializzò una bellissima farfalla bianca, che sbattendo le ali produsse una magnifica scia argentata ed avvolse la bimba come in un manto trasportandola lontano come in un magnifico sogno.
La bambina si trovò adagiata su di un morbido tappeto verde:” Che bello” disse accarezzando i soffici steli d’erba che le solleticavano la pelle.
La farfalla le si avvicinò e disse:” Questo, piccola, é un prato; quelli colorati sono dei fiori, avvicinati e prova ad annusarli”.
La piccola fece come la farfalla le aveva detto;” Oh, che profumo meraviglioso! Io non avevo mai visto l’erba così verde e luminosa, l’ho sempre vista avvizzita ed arida,
é bellissima “.
La bambina continuando a ripensare a quella meraviglia, si addormentò cullata dal vento e accarezzata dal profumo del prato e dai petali dei fiori.
Quando si risvegliò era ancora nella sua camera ,come la volta precedente andò di corsa alla finestra e ……Tutto era ancora buio e spento.
La bimba iniziò a piangere ed a nulla valsero gli sforzi del padre per farle tornare il sorriso.
 “Piccola mia, hai ancora un dono” ma la bambina a queste parole s’infuriò “ No!!! ”disse “Non voglio più alcun dono, tutto é magnifico quando apro le scatole, ma quando ritorno nella mia stanza  tutto é uguale a prima, cosa cambia? No! Non voglio risvegliarmi e soffrire di nuovo!”.
Il padre allora la baciò dolcemente e carezzandole la nuca disse:” Piccina mia, so che é difficile e che hai paura, però devi superare il tuo dolore ed andare avanti, solo così tutto sarà più bello!.”
La bambina annuì ed asciugandosi le lacrime decise di aprire il terzo dono.
Appena l’ebbe aperto e pronunciata la solita parola VOLA d’ innanzi a lei apparve una maestosa aquila reale, circondata da un bellissimo alone rosso fuoco, che avvolse la bambina in un abbraccio sicuro ed addormentandola la trascinò nuovamente via.
Quando si risvegliò la bambina volava libera in un’immensità azzurra, tutto era leggero,
sfiorava con le braccia dei morbidi batuffoli bianchi e rise, rise di gioia.



L’aquila le si avvicinò e le disse:” Questo é il cielo, queste sono le nuvole”.
“ C I E L O! “ Ripeté   la bambina estasiata ed intanto volava.
“ Oh! Guarda il mare, il prato, li riconosco…e quell’immensa macchia gialla laggiù cos’é ? ”  
“ E’ un campo di grano”
“ E quell’ammasso grigio cos’è ? “ Domandò la bambina sempre più curiosa.
“ E’ una montagna” rispose l’aquila.
 “ Voglio avvicinarmi” e così fece, fino a toccarne la cima più alta “brrr che freddo! Cos’é questa cosa tanto fredda e tanto lucente che abbaglia la mia vista?”
“ E’ la neve “ rispose l’aquila.
La bambina era senza fiato, voleva volare e volare ancora, voleva vedere e scoprire tutte le meraviglie del mondo, poi si buttò in picchiata e l’aquila per un attimo la perse di vista per poi ritrovarla che passeggiava tra un filare di cipressi.
“ Gli alberi sono verdi, hanno folte chiome, io non lo sapevo, avevo paura di loro li vedevo come brutti spettri pronti a prendermi e a portarmi via “ disse la bambina all’aquila quando questa l’ebbe raggiunta.
L’aquila si commosse alle parole della piccola e sbattendo le ali le disse:”Guarda!”…
Il cielo da prima azzurro divenne poi una tonalità infinita di colori: giallo, rosso, rosa e poi giù, più giù fino a divenire una  immensità blu cobalto senza fine.
La bambina era estasiata, mai nella sua vita aveva visto qualcosa di così bello.
“ Hai visto il tramonto piccola, il sole che ci lascia per riposare ed ora quella che vedi é la luna la signora della notte con le sue ancelle, le stelle”.
La bambina guardava il cielo e le sue luci e se ne stava con il naso all’insù quando……Improvvisamente si ritrovò nella sua camera.
Questa volta si avvicinò lentamente alla finestra, chiuse gli occhi per un attimo e fece un profondo sospiro…intanto a suo padre parve di vederla sorridere.
La bambina si accostò a suo padre lo abbracciò e gli disse:”Papà voglio andare a trovare il vecchio saggio che ti ha donato le tre scatole, voglio ringraziarlo per avermi permesso di vedere il mondo come ogni altro bambino lo vede.
Ora infatti guardando fuori dalla mia finestra e chiudendo gli occhi, con il mio ricordo posso vedere ogni sorta di colore: il verde, il blu, il bianco…e la mia giornata ora é più viva e più bella!”.
Il padre ricordando le parole del vecchio “<….Tua figlia dovrà venire spontaneamente da me e solo allora per lei ci sarà salvezza>” Si rallegrò ed acconsentì alla partenza della figlia.
La bambina s’incamminò alla ricerca del vecchio saggio.
Il percorso fu ancora più duro di quanto lo fosse stato per suo padre, tutto le sembrava nemico: gli alberi le parevano enormi fantasmi ed il cielo con le sue scure nubi e le sue tenebre la minacciava di continuo.
 Ma la bambina non si perdeva d’animo e ogni volta che lo sconforto l’assaliva  pensava al gabbiano, alla farfalla, all’aquila e ai suoi viaggi in  loro compagnia e tutto appariva all’istante più bello.
Cammina, cammina, finalmente giunse alla capanna del vecchio saggio; stava per bussare quando la porta si aprì e una voce gentile le disse:”Vieni pure avanti, ti stavo aspettando, sapevo che prima o poi saresti venuta.”
 La bambina entrò.
Davanti a lei si trovò un anziano signore, sinceramente non se lo aspettava così, il viso emanava calma, semplicità e tanta dolcezza.
“ Com’é possibile?” pensò la bambina “ io negli  uomini vedo solo la parte peggiore ma in lui colgo solo la bontà”.
 Il vecchio intuì i suoi pensieri e le disse:” Piccina, piccina é vero che per il tuo maleficio tu vedi solo il male, ma ricorda che tu puoi vedere ciò che vuoi, basta crederci davvero".
La bambina non capì di cosa il saggio stesse parlando e lo guardò con aria interrogativa.
Egli sorrise e porse un fiore multicolore alla piccola.



“Questo é per te” le disse “ tienilo sempre vicino al tuo cuore e lui ti permetterà di vedere ciò che vuoi….tutta la bellezza”.
La bambina rispose:” Caro vecchio saggio ti ringrazio per questo dono e per gli altri che tu hai dato a mio padre, sei stato davvero gentile con me e io sono venuta fin qui per conoscerti: ringraziarti e chiederti di sciogliere il mio maleficio…..”
“ Oh come t’inganni piccola mia, i doni che ti ho dato erano già tuoi, appartenevano a te e a te soltanto, io non posso scioglierti dal sortilegio, solo tu lo puoi fare e sappi inoltre che tu non sei la sola a vivere così, a tanti altri bambini é toccata la tua stessa sorte”.
“ Ma io credevo che….cosa posso fare?”
“ Pensa alle mie parole e conserva il fiore vicino a te, tutto si chiarirà vedrai”,
La bambina prese il fiore diede un bacio al vecchio e s’incamminò per la sua strada.
La via del ritorno fu altrettanto difficile.
Incontrò persone false, aride di sentimenti pronte a rubarle anche solo quel poco che possedeva, il suo bellissimo fiore.
Una sera la bambina, stanca di camminare si sedette ai piedi di una grande quercia, prese il suo fiore lo strinse a sé e gli disse:” Fiore mio, mostrami il vero aspetto della quercia sotto cui mi sono seduta” e questa divenne maestosa e bella, anziché spettrale come gli occhi della bambina l’avevano vista poc’anzi.
Mentre era assorta nella contemplazione della quercia, le sue orecchie sentirono una melodia che pian piano si avvicinava sempre più.
Ora vedeva un bambino piccino quanto lei che si avvicinava cantando una simpatica canzoncina.
La bambina prese il fiore e disse:” Ti prego mostrami quel bambino com’é veramente, fa che io non veda solo il suo lato peggiore, é piccolo quanto me….oh ti prego fiore!"
Il bimbo si avvicinò e le sorrise e lei vide il suo sorriso e i suoi magnifici occhi azzurri con il colore del mare e del cielo che già tanto amava.
“ Ciao bambina ti sei persa? “:
“ Ciao, no non mi sono persa sto tornando da un viaggio”
“ Da un viaggio? Tutta sola?”
“ Si “ disse la bambina.
“ Cos’é che tieni stretto nelle mani?” Domandò il bambino incuriosito.
La bambina non sapeva se fidarsi, in molti avevano provato a portarle via il suo preziosissimo fiore, tuttavia decise di mostrarlo al bambino e gli disse:” E’ un fiore colorato”.
“ Che bello! “ Disse il bambino e si sedette ai piedi della quercia e per un attimo rimase ad osservare in silenzio quella bambina ed il suo strano fiore.
Poi incominciò a parlare, ma ora nella sua voce c’era un filo di tristezza :“ Sai bambina” disse “ sono contento di averti incontrato, io viaggio sempre solo, non ho una meta e per la prima volta riesco davvero a stare vicino a qualcuno e a parlare. Per la prima volta davvero non  mi sento solo”.
“ Oh “ pensò la bambina e subito guardò il fiore che teneva nella mano e le venne un’idea.
“ Tieni” disse porgendo il fiore al nuovo amico “ non ho nient’altro da poterti donare se non quest’umile fiore che ti potrà rallegrare con i suoi colori e ti potrà accompagnare nel tuo viaggio, così non sarai più solo”.
Il bambino non sapeva se accettare  il dono, poi guardò gli occhi della bambina e vi vide una luce speciale e così acconsentì e prese con sé il fiore che già tanto gli piaceva e un calore sconosciuto si diffuse nel suo cuore.
La bambina si sentì felice come non mai ed improvvisamente si accorse di riuscire a vedere il mondo a colori .
Alzò gli occhi al cielo e vide l’azzurro, guardò il prato e vide il verde, vedeva la bellezza anche se il fiore non era più vicino al suo cuore.
Allora capì le parole del vecchio, lei doveva imparare a credere in se stessa e negli altri.
Il maleficio era davvero svanito perché lei non credeva più nella sua esistenza.
Il  fiore colpito dai raggi del sole o forse dalla felicità che i due fanciulli emanavano, esplose in una moltitudine di colori che inondarono il cielo, creando un magnifico arcobaleno.



I due bambini si presero per mano e s’incamminarono verso quell’arcobaleno che gli avrebbe condotti in un nuovo mondo pieno di colori e di serenità, lo sapevano perché ora ci credevano entrambi davvero.

FINE

Questa Storia è concessa del suo scrittore: Sormani Sabrina
Illustrazioni a cura di : Tonicello Valentina
Ogni divulgazione anche parziale deve essere autorizzata dagli autori